La Pubalgia è una patologia
dolorosa e invalidante, si tratta di un’infiammazione muscolo-tendinea
che
interessa i punti di inserzione sull’osso pubico di diversi muscoli:
adduttori,
pettineo, piramidale, retti addominali, obliqui addominali e trasversi
addominali.
E’ molto diffusa tra
gli sportivi, per il continuo sovraccarico funzionale nella zona
interessata,
ma può colpire anche chi non pratica sport, in questi casi la causa
riguarda squilibri
posturali (iper-lordosi o ipo-lordosi, scoliosi, dismetria o eterometria
al bacino); in
alcuni casi colpisce anche le donne, soprattutto in gravidanza, come
conseguenza dell’accentuazione della retroversione del bacino. Spesso
erroneamente, viene diagnosticata e confusa con altre patologie che
possono determinare una sintomatologia dolorosa molto simile a tale
livello, ad esempio: una sindrome neurologica delle
radici sensitive, una debolezza della parete addominale o della parte
posteriore del canale inguinale, artrosi dell’anca, un’ernia inguinale
occulta
o altre patologie uro-genitali. Come primo intervento è utile
un’ecografia associata
ad un esame clinico e l'esecuzione di alcuni test muscolari (passivi),
poi se è
necessario si approfondisce con una RX o con una RMN al bacino. In
alcuni casi è
necessario consultare anche altre figure specialistiche, neurologo,
chirurgo addominale, urologo o ginecologo, per
escludere la presenza di patologia di loro competenza. In queste
circostanze la prima cosa da fare è correggere e se è possibile
eliminare le cause meccaniche infiammatorie attraverso l’individuazione
delle eventuali posture scorrette, e facendo uso di rialzi o plantari
riequilibrare il carico corporeo modificando la
distribuzione sugli arti inferiori, il tutto è realizzabile dopo aver
fatto un Esame Posturale. In un primo periodo, più o meno prolungato, si
associa il riposo e la riduzione
del carico; è sconsigliato il riposo completo, perché l’inattività
provoca, a
livello delle strutture tendinee, gli stessi effetti del sovraccarico.
Successivamente
si procede con un trattamento fisioterapico di tipo fisico con:
Tecar, Laser, Magneto, Crioterapia, Taping, Ultrasuoni, associando
esercizi di
allungamento muscolare e massaggio fasciale. Una volta risolto il
problema e individuate le anomalie posturali se
è necessario si passa all’uso dei Plantari per evitare la ricomparsa
della patologia.