Questa patologia si presenta con una forte irritazione e dolore ad uno o
più rami del nervo interdigitale che
innerva le dita del piede, solitamente il ramo situato fra il 3° e il 4°
dito; col passar del tempo il nervo è portato a produrre tessuto
fibrotico cicatriziale attorno ad esso e se questa condizione non
viene adeguatamente trattata in modo tempestivo, crea un aumento di
volume che a sua volta aggrava ulteriormente il meccanismo compressivo
con un conseguente aggravamento, le sue dimensioni possono raggiungere
anche quelle di una biglia. Il neuroma di Morton interessa per circa
l'80% il sesso femminile, di solito tra i 30 ed i 50 anni, uno dei
principali meccanismi scatenanti può essere ricondotto ad una ripetuta
iper-estensione cronica delle articolazioni metatarso falangee, che
produce un irrigidimento e una irritazione del nervo dal legamento
trasverso del metatarso,; questo accaade facendo uso di calzature
inadeguate, in presenza di problematiche posturali, alluce valgo,
microtraumi, sforzi ripetuti e patologie reumatiche. La sintomatologia
all’inizio
si manifesta con crampi ed alterazioni della sensibilità,
intorpidimento,
parestesie, iperestesie e disestesie; in questo caso è utile ricorrere
ad una RX per controllare lo stato scheletrico del
piede e poi ad una eventuale RMN per studiare i nervi e i tessuti molli.
La cura prevede riposo per circa 5/6 giorni, applicazioni di ghiaccio
per
3/4 volte al giorno e l'eliminazione di tutti i fattori scatenanti come
utilizzo di calzature non idonee o altro, poi si passa ad un trattamento
fisioterapico di tipo fisico come: Laser, Magneto, Crioterapia,
Ultrasuoni, all'allentamento
della fascia e mobilizzazione articolare delle teste metatarsali,
contrastando
il sovraccarico e la compressione sul nervo. Successivamente è utile
fare un Esame
Posturale con un Esame Baropodometrico e Stabilometrico, per valutare i
carichi, l’appoggio e individuare tutte le anomalie del piede, poi se
necessita si passa all’uso dei Plantari per poter correggere l’appoggio
podalico ed
evitare la ricomparsa della patologia.