Con il termine Rizoartrosi
si definisce quel processo degenerativo che colpisce l’articolazione alla
base del pollice (articolazione trapezo-metacarpale), si presenta generalmente in
individui di età superiore a 50/60 anni e coinvolge spesso entrambi le mani, colpendo
più frequentemente il sesso femminile. Questa patologia si manifesta con dolore
e limitazione funzionale e progredisce con il tempo, in sostanza questa
patologia è data dall’usura della cartilagine tra la base del pollice e il
trapezio, un osso a forma di sella che fornisce da supporto al pollice e gli
permette di effettuare la maggior parte dei movimenti. Nella maggior parte dei
casi la patologia deriva da un invecchiamento dell’articolazione ma può essere
anche la conseguenza di una frattura o un trauma distorsivo; di solito il
dolore inizia piano piano, a volte solo per qualche giorno, per poi aumentare
fino a diventare un dolore acuto, che limita la maggior parte delle attività
giornaliere, come per esempio aprire una scatola o tenere in mano una padella, può
limitare il più semplice gesto nell’impugnare qualsiasi oggetto. Generalmente la
diagnosi si effettua con un esame clinico valutando, l’articolarità del pollice
e della mano nel suo complesso e anche la forza dei muscoli e delle strutture
tendinee; in seguito si integra anche una RX, per poter valutare e quantificare
la perdita di spazio tra le ossa del pollice e inoltre valutare anche
l’erosione dell’articolazione che caratterizza il processo artrosico. In presenza
di questa patologia, come prima cosa si immobilizza il pollice mediante un tutore rigido per tutto il giorno e per
un tempo che varia tra i 15 ai 25 giorni; lo scopo è quello di mettere a riposo
le strutture, per cui è vietato continuare ad usare la mano con l’ortesi
indossata, altrimenti si determina un affaticamento della strutture circostanti
oltre ad un reclutamento della muscolatura e dei tendini. Se il dolore è acuto
si associano delle applicazioni di ghiaccio in cubetti per sfiammare
l’articolazione, per 3-4 volte al giorno per circa 15/20 minuti, evitare tempi
maggiori ed evitare la borsa del ghiaccio classica o ancora peggio il ghiaccio
sintetico in gel. Successivamente si passa ad un programma fisioterapico che
può includere trattamenti con elettromedicali come: Laser/YAG, Ultrasuoni,
Ipertermia, Scenar, Tecar, Taping. Sono sconsigliate le infiltrazioni di cortisone
nell’articolazione, in quanto potrebbero accelerare il processo di erosione
dell’articolazione, con un alto rischio anche di necrosi della cute.